Giornate Africane
Quale maggior consapevolezza se non quella di vedere con i propri occhi una cultura diametralmente opposta alla nostra?
Un turista può solo dare una breve sbirciata, mentre come volontario dell’associazione LA MAISON SANS FRONTIERES ho potuto toccare con mano le abitudini della popolazione del luogo, vivendo totalmente integrato nella comunità di un piccolo villaggio del Togo.
Metto piede fuori dall’aereo e una luce diversa invade la vista. Colori nuovi e nuovi cromatismi generano sensazioni mai provate. Sul taxi che viaggia verso il villaggio, le immagini si susseguono rapide e lo sguardo salta da una parte all’altra nel tentativo di non farle sfuggire. Ogni cosa è interessante, ogni cosa è diversa, non bastano gli occhi! Traffico e persone ovunque, odori che riempiono le narici e rumori che riempiono le orecchie. Tutti i sensi sono coinvolti in un vortice di emozioni indescrivibili: VITA!
In Africa pare proprio che esista solo il presente, istante dopo istante, momento dopo momento. Sarà questo il motivo della loro felicità?
Nel villaggio di Kuma Tsame Totsi le giornate si susseguono con semplicità. Il gallo inizia a cantare presto e i ritmi di tamburi che segnalano l’ingresso a scuola sono la sveglia di una nuova giornata africana. Nelle piccole abitazioni si entra solo per dormire e la vita si svolge totalmente all’aperto. Si cucina, si mangia, si gioca, si canta, ci si riposa. Quello che è considerato spazio comune diventa luogo di scambio e condivisione. La solitudine non esiste. L’empatia è forte e la gioia si vede in ogni sguardo…
In volo verso casa i ricordi ancora freschi si presentano alla mente e la solitudine del viaggio stimola numerosi pensieri.
Tra le tante riflessioni un proverbio mi ronza in testa insistente: “Qualunque cosa hai pensato dell’Africa, pensaci ancora”.
Come a dire che quella cultura talmente diversa dalla nostra sarà sempre difficile da capire. Possiamo pensarci e ripensarci ma le abitudini africane ci risulteranno sempre incomprensibili.
Non può essere razionalizzata perché l’Africa è pura emozione.